Saturday 15 August 2020

il vulcano di monte aso e un fantomatico incidente

oggi abbiamo lasciato takachiho per fare un giro sul vulcano aso. normalmente si può raggiungere il cratere a piedi, ma ultimamente il vulcano si è riattivato e il sentiero è stato chiuso. 

sulla strada abbiamo ancora apprezzato il paesaggio ‘svizzero’ della zona – oggi con l’aggiunta di mucche:



ed ecco la bocca del vulcano fumante:

visto che non si poteva andare vicino al cratere a piedi abbiamo approfittato per passarci sopra in elicottero! questo giro non era proprio pianificato ma diciamo che è capitato un po’ per caso. 


non ero mai stata in elicottero e devo dire che me la sono fatta un po’ sotto… ma la vista del cratere da sopra era incredibile! 





un’esperienza magnifica. appena siamo scesi, ancora esaltati dal giro in elicottero siamo saliti in macchina ed abbiamo avuto un incontro surreale,  il più strano di tutta la nostra vita in giappone, con un vecchio pazzo e con la polizia.


ma andiamo con ordine … davanti alla pista di atterraggio – che in effetti era semplicemente un prato alle pendici del cratere – c’era un parcheggio dove avevamo lasciato la macchina. nel risalire e far manovra ci siamo avvicinati ad un’altra macchina che usciva in retro, ma senza toccarla. 


il guidatore dell’altra auto però è sceso a guardare il paraurti, quindi siamo scesi anche noi. la sua macchina era immacolata (come tutte le auto giapponesi, fresca di lavaggio e senza una sbavatura), la nostra impolverata ma senza nessun segno di scontro. il guidatore era un vecchietto sugli ottant’anni e continuava a guardare la macchina. 


si avvicina un gruppo di motociclisti che ci aiuta a comunicare col vecchio (ad un certo punto eravamo al telefono con la moglie di un tipo che parlava un po’ di inglese). anche loro guardano e non vedono niente. nessuno ha visto lo scontro ma il vecchio insiste che gli siamo andati addosso. dice di avere le prove nel video della telecamera posteriore dell’auto. chiama la polizia. 


è mezzogiorno e mezzo, questo è chiaramente un pazzo e ci sono 40 gradi all’ombra. io me ne voglio andare ma no, adesso bisogna aspettare la polizia. i bambini hanno fame ma siamo bloccati in macchina (fuori non c’è una sola pianta e il caldo è micidiale). io spero che al vecchio venga un coccolone e cada morto sul posto, ma niente. 


dopo tre quarti d’ora arriva la polizia. io penso, adesso il poliziotto guarda la macchina, dice al vecchio che si è sognato tutto e noi possiamo andare. 


ingenua! 


il poliziotto arriva e parla solo col vecchio. guardano la sua macchina, guardano la nostra, si parlano. nessuno ci dice cosa succede. il poliziotto telefona a qualcuno. parla col vecchio. ritelefona. a me cominciano a girare le balle. tutta la questione non ha senso e non capisco cosa ci sia da discutere! 


chiamiamo amici che ci aiutano con la traduzione. così capiamo che dobbiamo andare alla centrale per visionare questo benedetto video, la ‘prova’ dello scontro. 


io smadonno. 


mr brit rimane calmo e dice ‘è la procedura’. 


io smadonno. 


intanto si fanno le due. facciamo notare che abbiamo fame e veniamo scortati dal poliziotto  ad una stazione di ristoro mentre il vecchio va alla centrale. dopo pranzo lo raggiungiamo anche noi. lì scopriamo che il video non si è registrato. allora io dico ‘benissimo, non ci sono prove, non ci sono segni sulle macchine, non c’è stato incidente… possiamo andare?’ e no. bisogna aspettare. 


perché hanno chiamato l’esperto forense di incidenti stradali (!?!). 


il tempo passa e fa un caldo pazzesco. l'esperto comincia a guardare le macchine, prima quella del vecchio e poi la nostra. e guarda. e misura. e fa le foto con lenti di ingrandimento. e fotografa le auto al sole. e le fa spostare e le fotografa all’ombra. 


e passa un’ora e io vorrei far saltare in aria la stazione di polizia. 


e guarda e riguarda, gira e rigira, salta fuori che lui vede l’ombra di una riga (ma dove?!?) e decide che corrisponde a un punto di polvere sull’angolo del nostro paraurti (!). non serve fargli notare che dalla posizione in cui si sono avvicinate le auto quel punto del paraurti non può aver toccato la macchina del vecchio dove lui pensa di vedere la riga. non serve nemmeno passare una salviettina umidificata sul paraurti della nostra macchina per mostrargli che la riga che vede lui è solo polvere. 


ormai ha deciso. ha visto la riga.

anche dopo questa decisione, però, non succede niente. 


- possiamo andare? 

- no. dovete aspettare. 

- aspettare cosa? 

- si deve convincere 

- ma chi? tu o il vecchio? 


nessuna risposta. capisco che siamo ad un bivio. o il vecchio dice che è rincoglionito e s’è inventato tutto, o noi ammettiamo di essergli andati addosso. siccome nessuno dice niente, aspettiamo. 


sono le 4 e mr brit non ha perso la sua aplomb, fiducioso e paziente che la giustizia giapponese faccia il suo corso. a me esce il fumo dalle orecchie per la colossale ed inutile perdita di tempo. gli dico di chiamare l’ambasciata, ci detengono illegalmente e senza motivo! mi dice che sono pazza.

 

alla fine non si capisce se per sfinimento o per cosa, senza che sia successo niente di rilevante (a parte allertare la compagnia di noleggio auto dell’ ‘incidente’) all’ennesima domanda (mia, che se era per mr brit stavamo là una settimana) ‘possiamo andare?’, per la prima volta non dicono di no. 


non dicono nemmeno di sì, per la verità, ma noi approfittiamo dell’esitazione per saltare in macchina e sayonara a tutti quanti.

 

quest’esperienza mi ha lasciato un’amarezza addosso che non vi so dire. l’inutilità di tutta la faccenda. il vecchio rimbambito con niente di meglio da fare. il poliziotto che invece di essere obiettivo cercava a tutti i costi una ‘prova’ per dare ragione al vecchio. la frustrazione di non capire niente di quello che succede. il muro di gomma dell’incomunicabilità. la sensazione palpabile di essere vulnerabile e discriminato. il potere folle della polizia giapponese che ti può trattenere fino a 23 giorni senza motivo. 


insomma, alla fine ci è andata ancora bene, abbiamo ‘solo’ perso 4 ore, ma l’arrabbiatura mi ha fatto perdere almeno 10 anni di vita!



il punto dove vedeva la riga (solo lui):

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