Thursday 6 August 2020

hiroshima 75

alle 8.15 di 75 anni fa la prima bomba atomica veniva sganciata sulla città di hiroshima. per cercare di capire che cosa abbia significato, quale tragedia mostruosa sia stata per la gente di questa città, bisogna guardare in faccia l'inferno. ascoltare, inorridire, imparare e ricordare.

alle 8 eravamo davanti al peace memorial park. quest'anno, causa covid, la cerimonia è stata ridotta drasticamente. solo i sopravvissuti e le loro famiglie hanno potuto entrare nella zona davanti al cenotafio delle vittime. 

dopo le campane, il minuto di silenzio. 

la gente prega, composta. una cosa che mi ha colpito tantissimo è dignità nel dolore immenso e la resilienza di queste persone. una bomba gli distrugge casa, famiglia, lavoro, il corpo, ma loro vanno avanti. in qualche modo la vita continua e la città rinasce.





i giornalisti si accalcano intorno ai pochi sopravvissuti che rimangono, per strappar loro un'intervista. 

il museo è terrificante. le foto non lasciano niente all'immaginazione, sono scioccanti. le storie delle persone, i vestiti a brandelli, le cartelle lacerate rendono viva la tragedia, molto più dei numeri e delle statistiche. le conseguenze nel lungo termine sono devastanti. sconvolgenti i documenti americani di pianificazione della bomba. una città scelta tra una rosa di candidati, tra cui anche kyoto. la follia è palpabile. hiroshima vince per la configurazione geografica, con le colline intorno che avrebbero amplificato la portata delle radiazioni e la potenza distruttiva della bomba. il comitato scientifico che scrive al governo che lanciare una bomba nuova senza preavviso e senza informare il giappone di cosa sia è criminale. il test in fretta e furia nel nuovo messico il 16 di luglio. la bomba è pronta, ma la guerra è praticamente finita. il giappone sta trattando. 6 anni di lavoro e milioni di dollari spesi, va usata per forza. 

un esperimento su cavie umane. 

il dramma nel dramma degli 'hibakusha', i sopravvissuti della bomba atomica, è che per lungo tempo vengono discriminati. adesso sono ricercati e celebrati, ma per decenni non hanno nemmeno osato parlare di cosa gli era capitato, perché se no non trovavano un lavoro (le radiazioni a cui erano stati esposti li facevano stancare in fretta), non si sposavano (per paura che i figli non nascessero sani), venivano tenuti lontano.

in un caffè di hiroshima abbiamo avuto il privilegio di incontrare un sopravvissuto della bomba atomica, di parlargli e fargli delle domande. lui aveva un anno e mezzo quando la sua casa, a 1.5km dall'epicentro, fu rasa al suolo. la madre in qualche modo riuscì a trascinarlo fuori dalle macerie e a scappare sulle colline. lui ha una cicatrice enorme sul braccio, 'ricordo' della casa crollata. ci ha detto che per tutta la vita ha nascosto la cicatrice, che aveva paura di raccontare che era un sopravvissuto della bomba alla futura moglie perché temeva lei lo lasciasse. che non ha mai parlato della sua esperienza fino a che non è andato in pensione e che ora fa parte di un'organizzazione che gira il mondo e il giappone, per portare la testimonianza della bomba nelle scuole e per mantenere viva la memoria.

questo senso di colpa e vergogna è un tema ricorrente che mi ha colpito anche nei libri che ho letto sul tema. come se le vittime avessero una qualche responsabilità nella tragedia. invece di aiutarli, il governo giapponese li ha discriminati. invece di proteggere i civili, il governo americano li ha sacrificati. 

hiroshima vuole togliersi di dosso questa fama di 'vittima della bomba atomica'. le vittime, si sa, dopo un po' stufano. lo sguardo è adesso rivolto verso il futuro, e l'enfasi sul messaggio di denuclearizzazione e di pace. in questo senso la città è diventata un simbolo positivo di vita e di speranza. la fiamma continuerà a bruciare finché tutte le armi nucleari non saranno eliminate.



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