Saturday 8 February 2020

famiglia fantozzi a sapporo - giorno 1

così, dopo un volo di quasi due ore siamo arrivati sull'isola di hokkaido, nel nord profondo del giappone. la capitale, sapporo, si trova di fronte alla russia, più o meno all'altezza di vladivostok e ha un che di russo, con il grande boulevard centrale (odori park) e i palazzi squadrati un po' tutti uguali, stile DDR.

dall'aeroporto non so bene perché scelgo la via più lunga per arrivare a destinazione. nel scendere dal treno per prendere la metro dimentico lo zainetto della bambina, con tutte le sue cose. presa la metro sbagliamo fermata. è tardi, siamo stanchi e ci sono tre fermate praticamente identiche:

la nostra si chiama nishi-juhatchome

quella prima nishi-juhitchome

e una un po' più in là nishi-nijuhatchome

...

finalmente troviamo la fermata giusta e usciamo fuori nel buio e nella neve.

i bambini sono pazzi di gioia perché ci sono, sui lati dei marciapiedi, cumuli di 2-3 metri di neve, neve sulla strada, neve che cade dal cielo.

sono le 11 di sera e ci sono - 15 gradi

abbiamo tutte le indicazioni di come arrivare alla casa nel telefono, ma col freddo quello decide di morire.

non fa niente! io, che non mi fido dei cellulari, ho copiato tutto su un foglietto di carta! entriamo in un ristorante per chiedere indicazioni. peccato che l'indirizzo scritto con l'alfabeto risulti incomprensibile a tutti.

col caldo si riavvia il telefono. usciamo dal ristorante e seguiamo le indicazioni per poi riperderci a pochi metri dalla casa: il telefono è morto di nuovo.

i bambini continuano a saltare e giocare, felici come non mai. io sono stravolta e penso che moriremo assiderati

l'ingessato non riesce nemmeno a chiudere la giacca, ma non importa, si lancia nella neve lo stesso.

entriamo in un conbini (mini-market aperto 24h) e chiediamo di attaccare il telefono ad una presa per cercare di resuscitarlo.

quando riparte mr brit va da solo alla ricerca della casa e torna bestemmiando perché non riesce a far funzionare il codice della porta d'ingresso (qui tutti in check-in si fanno in modo elettronico, con codici alle porte che vengono forniti il giorno stesso).

io penso che almeno possiamo morire assiderati sui gradini della porta di casa e non per strada

i bambini continuano a saltare nella neve. sono fradici ma non gli importa

andiamo tutti alla casa:

finalmente riusciamo ad aprire la porta. 

siamo salvi.

fine.

2 comments: